Visita
del 2005:
Dall'esterno
Cortile
Interni
Nei pressi..
Lavori 2007
Il
castello di Susa, anche denominato "della Marchesa Adelaide", è
situato a Sud Ovest del centro storico segusino a
circa 700 metri dalla
Cattedrale di San Giusto.
La data di costruzione è ancora incerta, edificata dai primi
sovrani della valle, ed abitata dai Cozi,
la struttura ha subito molti rimaneggiamenti prima di diventare la
residenza dei marchesi di Susa.
Olderico Manfredi II, Marchese di Susa e Conte di Torino con Berta
Obertagna dei Marchesi d’Este
furono i primi a stabilire qui la loro dimora, ma soprattutto ci
visse la figlia primogenita, la marchesa
Adelaide, detta anche "La Beata Adelaide" il personaggio più noto
della storia millenaria di Susa,
che qui ha cresciuto i suoi figli: Pietro, Oddone e Amedeo,
divenuti in seguito principi di casa Savoia.
Adelaide,
nacque nel castello di Susa intorno all'anno 1015, la madre morì
in giovane età, lasciando
soli i quattro figli, Adelaide, Immilla, Berta ed un figlio mancato
in giovane età nel 1034.
Sposa, Marchesa, vedova, e sopratutto madre, visse ed operò alla
luce delle virtù cristiane;
tale da essere denominata “Beata" e per l’appoggio dato alla
Chiesa: “figlia di S. Pietro”.
Degna nipote di Arduino d’Ivrea, il bisnonno che nel 976 cacciò i
saraceni dalla Valle di Susa,
la Marchesa considerava bellezza e ricchezza cose passeggere, valutando
le virtù come gloria duratura.
Adelaide trascorse gran parte dell’adolescenza fra armi, guerre e
stragi, indossando lei stessa la corazza.
Dotata di forte temperamento
seppe
districarsi tra le autorità spirituali e temporali in eterna lotta
tra
loro per le investiture ecclesiastiche dell'epoca, resa oscura
dalle continue guerre e dalle pestilenze.
Il marchese, suo padre, rimasto vedovo divise fra le tre figlie
rimaste i suoi possedimenti, dei quali
la maggior parte (tutte le terre tra Ivrea e Ventimiglia), andò
alla figlia primogenita Adelaide;
ma la potenza di Olderico Manfredi di Susa, conte di Torino, era
prevalentemente di tipo militare,
non trasmettibile ad una donna, per giunta sola, per cui alla morte
del padre, la giovane principessa,
a soli sedici anni nel 1035, andò in sposa ad Ermanno III duca di
Svevia.
Fu un matrimonio breve, perché il duca Ermanno nel luglio 1038 morì
di peste, senza aver avuto un
erede; Adelaide che all'epoca aveva 22 anni, si risposò con
Arrigo I (Enrico I) marchese del
Monferrato, ma nel 1044 rimase di nuovo vedova.
Per evidenti ragioni di Stato fu necessario ricorrere ad un terzo
matrimonio e la giovane vedova
sposò nel 1045 Oddone I (1020 ca. - 19/2/1059), conte di Savoia,
Aosta, Moriana, secondogenito
del capostipite sabaudo Umberto I Biancamano.
Dai 14 anni di matrimonio, vennero alla luce cinque figli; Pietro I
(† 1078), Amedeo II († 1080),
Berta († 1087), Adelaide († 1079), Oddone († 1102) futuro vescovo
di Asti;
ben quattro di essi premorirono alla madre, rimasta di nuovo vedova
nel 1059.
Adelaide morì il 19 dicembre del 1091 a Canischio in provincia di
Torino.
Dopo essere stato dimora di Adelaide, il Castello lo è stato dei
suoi discendenti, e tra il 1213 e il 1214
ha visto anche la presenza di San Francesco d'Assisi, in viaggio
verso la Francia.
Dopo la pace di Chateau Cambresis,
nel 1559, e il ritorno della valle di Susa ai Savoia, il Castello
ha
ospitato l'incontro che ha suggellato la breve pace che terminerà
nel '600 con le guerra con la Francia.
Nel 1629 Luigi XIII e il
cardinale Richelieu soggiornarono a lungo
nella fortezza, in seguito dopo un
progressivo abbandono, nel 1806 con un decreto napoleonico, i Sabaudi
furono privati del Castello
che fu affidato alla municipalità, con l'obbligo di aprire al suo interno
delle scuole.
Dopo il 1814 è diventato sede del supremo comando militare e
politico della città e della valle.
L'utilizzo scolastico dell'opera, fu quello più duraturo: oltre 150
anni in cui furono stravolti interni ed
esterni della costruzione originale, ad oggi (2006) sede del Museo
Civico, e della Biblioteca.
Le parti originali della struttura sono oggi poche e frammentarie a
causa dei vari interventi
succeduti nei secoli. L'aspetto attuale gli deriva dalla ristrutturazione effettuata nel
1750 in occasione
delle nozze tra Carlo Emanuele III e l'infanta
Maria Antonia, mentre dell'antica costruzione medievale
rimangono le bifore e le caditoie, fori dai quali si
lanciavano sassi e olio bollente per la difesa ravvicinata.
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